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Erchie, dopo la caduta del sindaco, ecco il commissario. Colpo di grazia a Margheriti da sei consiglieri comunali

michele albertini commissario prefettizio erchie
Il commissario straordinario del Comune di Erchie, dott. Michele Albertini (foto: Liana Congedo)

Si è insediato da appena giorno, ma è già a pieno regime il commissario prefettizio Michele Albertini, che ha preso il posto del sindaco di Erchie Giuseppe Margheriti, sfiduciato da sei consiglieri. Albertini, nominato dal prefetto di Brindisi Nicola Prete lo scorso 28 ottobre, nella sua carriera ha gestito Comuni in Campania e in Calabria sciolti per mafia e la cui situazione era quindi anche più delicata rispetto a quella ercolana (ha ricoperto anche l’incarico di subcommissario a Oria prima dell’elezione di Cosimo Pomarico nel 2011).

Giuseppe Margheriti, ex sindaco di Erchie
Giuseppe Margheriti, ex sindaco di Erchie

Il Consiglio comunale di Erchie è stato sciolto il 27 ottobre scorso a seguito delle dimissioni dalla carica rassegnate da quattro consiglieri di maggioranza in quota Fratelli d’Italia – Domenico Margheriti, Francesco Mancini, Antonio Cosma e Fedele Gennario – e da due consiglieri di opposizione, Giuseppe Polito e Cosimo Scariglia. Senza la necessaria maggioranza consiliare è dunque “caduta” l’intera amministrazione con in testa il sindaco Margheriti, eletto nel 2012 in quota centrodestra e ora decaduto peraltro anche dalla carica di consigliere provinciale conquistata pochi giorni prima (il 12 ottobre).

Le elezioni della nuova Provincia pare abbiano rappresentato la goccia di un vaso – quello dei rapporti tra il primo cittadino e alcuni dei suoi sostenitori – già colmo. Lo stesso Margheriti, alla vigilia della tornata elettorale che ha poi condotto il collega di Francavilla Maurizio Bruno al timone dell’ente riformato dal governo Renzi, non aveva risparmiato critiche all’indirizzo di suoi potenziali elettori rivelatisi – a suo dire – dei traditori. In sostanza, il sindaco aveva fatto affidamento sui voti dei “suoi” consiglieri che però avrebbero poi effettivamente sostenuto altri candidati alla Provincia. Cosa che Margheriti ha ribadito nel corso del comizio di ringraziamento convocato in piazza qualche giorno dopo aver conquistato lo scranno consiliare a Brindisi.

A quel comizio hanno fatto seguito le dimissioni da assessori di Mancini e Domenico Margheriti e, poco dopo, la sfiducia presentata dai sei consiglieri su dieci di cui si compongono le assise di Erchie.

Francesco Mancini
Francesco Mancini, ex assessore e consigliere comunale di Erchie (Fratelli d’Italia)

«In questi mesi – ha dichiarato il gruppo di Fratelli d’Italia – esauritasi sia la spinta propulsiva del Patto per Erchie che il dialogo con il nostro Sindaco abbiamo pensato ad un percorso diverso per continuare a fare politica. C’è stato “un ritorno di fiamma”, torniamo cioè dove è iniziata la nostra vita politica – quella cioè del nostro gruppo di amici, simpatizzanti, sostenitori e predecessori – nel nuovo partito di FdI.

La decisione sofferta ma responsabile di dimetterci deriva dalla constatazione che gli ultimi avvenimenti locali hanno messo in seria discussione il concetto della “politica al servizio della gente” e quello della ” partecipazione democratica” che è la premessa indispensabile per esprimere, dal lato dei cittadini prima e dei Consiglieri poi, la cosiddetta “libertà attiva” e che si fonda sui processi decisionali più trasparenti riguardo le scelte che si ripercuotono sulla vita delle persone, una partecipazione democratica che può contribuire a “limitare i poteri di determinati gruppi che favoriscono interessi particolari”.

Vi è stata da parte del Sindaco una tale assenza di dialogo, dando per scontato cose che così non erano e sottovalutando persone che al suo fianco sino a qualche giorno mai avevano compiuto atti tali da meritare una sfiducia pubblica, come emerso dalle dichiarazioni rese nel comizio di domenica 19.

Quel solco l’ha voluto rendere lui incolmabile con azioni e comportamenti che dopo le prime dimissioni delle cariche assessorili hanno toccato la dignità delle persone e che per nulla hanno fatto sperare e pensare ad una apertura al dialogo.

Si è cercato di costituire una nuova maggioranza, cercando una stampella dalla minoranza, che molto probabilmente nei primi “giochi politici” lo aveva fatto sperare in un possibile rimpasto, ignorando e sbeffeggiando invece coloro che fino al giorno prima gli erano stati sempre fedeli in giunta ma rei “a suo dire” di aver liberamente votato il proprio candidato di FDI nell’ultima tornata elettorale alla Provincia.
Come si dice in certi casi, questa è stata però solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, un vaso che già nei mesi precedenti goccia dopo goccia si era colmato.

Aver preso contezza del dato di fatto che il Sindaco pur di restare su quello scranno era disposto a promettere cariche a destra e a manca, è stata la cosa che più ci ha ferito e ci ha portato a ratificare le dimissioni, perché quella fiducia è stata sì tradita ma da lui che non si è posto il minimo scrupolo a ricucire uno strappo, perciò chi è causa del suo mal pianga se stesso».

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Ora al commissario Albertini spetterà dunque traghettare il Comune alle prossime amministrative, che coincideranno con le regionali, elezioni alle quali il sindaco potrebbe candidarsi nuovamente come aspirante primo cittadino poiché, pur essendo stato l’ultimo il suo secondo mandato consecutivo, dalla sua elezione non sono trascorsi due anni, sei mesi e un giorno. Se questo termine fosse trascorso, Margheriti non sarebbe stato ricandidabile a sindaco.

(e.z.)

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