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Francavilla, Bruno lo definisce “il nipote di Curto”. Attanasi replica: “Ora basta, mi dimetto”

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Si riceve e pubblica la seguente nota con la quale il consigliere comunale di Francavilla Fontana Domenico Attanasi (Idea per Francavilla) rassegna le sue dimissioni da presidente della commissione Statuto, in risposta a un’uscita pubblica del sindaco Maurizio Bruno che lo ha apostrofato riferendosi a lui come “quell’altro, il nipote di Curto”.

“Nella giornata di ieri ho preso visione di un filmato ritraente il Sindaco della Città di Francavilla Fontana, sig. Maurizio Bruno, intervenire in occasione di un incontro pubblico organizzato dalla locale sezione del partito Forza Italia sui temi riguardanti l’approvazione del Piano Urbanistico Generale. Ho così potuto verificare che nel corso dell’intervento lo stesso Bruno si è riferito al sottoscritto indicandolo come “quell’altro, il nipote di Curto”. L’infelice sortita ha generato l’immediata riprovazione di numerosi ed autorevoli esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione, nei confronti dei quali intendo esprimere sin d’ora la mia massima gratitudine. Il successivo e goffo tentativo del Sindaco di scusarsi liquidando il tutto come un banale lapsus ha invece stimolato nello scrivente alcune ulteriori riflessioni che intendo affidare ai Voi colleghi e a tutta l’opinione pubblica francavillese.

avv. Domenico AttanasiDurante la competizione elettorale che ha portato alla successiva formazione della nuova assise comunale, ho cercato di contribuire alla instaurazione di un dialogo costantemente ispirato al confronto dialettico, alla scrupolosa osservanza delle regole e al massimo rispetto di tutti i protagonisti dello scena politica. E’ probabile che anche per questo (o forse principalmente per questo) oltre seimila cittadini francavillesi mi abbiano onorato della loro preferenza consentendomi di sfiorare l’accesso al turno di ballottaggio e comunque di essere eletto alla carica di consigliere comunale. Ed è forse sempre per lo stesso motivo che i consiglieri comunali presenti all’adunanza consigliare del 4 agosto u.s. mi hanno conferito, all’unanimità, l’incarico di presiedere la commissione speciale e di studio per la modifica dello statuto comunale e del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale: sfida personale e professionale nella quale ho profuso come sempre il massimo impegno. Proprio in questi giorni la Commissione ha ultimato la disamina dei primi 39 articoli dello Statuto, afferenti ai principi fondamentali e gli organi comunali. L’art. 5 dello Statuto comunale stabilisce, per esempio, che “il Comune ispira la propria azione ai principi della partecipazione popolare della solidarietà, della libertà e della giustizia sociale”, salvaguardando “i diritti fondamentali del cittadino”.

Sapete benissimo che non si tratta di mere declamazioni di principio, ma dei valori fondanti sui quali si misura il livello di civiltà e di progresso giuridico e sociale di una comunità umana. Non vi sfuggirà inoltre che si tratta di concetti che rischierebbero di rimanere lettera morta, nonchè di minare la stessa credibilità personale di chi li afferma, se le splendide enunciazioni di principio non risultassero poi scrupolosamente osservate da chi si pone al vertice delle istituzioni deputate a sancirle, cioè se non ci facessimo noi stessi testimoni e interpreti della loro attuazione. Nel caso di specie, e prescindendo dai risvolti più strettamente personali di cui poco sinceramente mi importa, dall’atteggiamento del Sindaco traspare un chiaro disprezzo dei principi che dovrebbero ispirare, in primis, il rapporto tra organi rappresentativi della volontà popolare.

Dalla mancanza di rispetto istituzionale discende poi una sorta di delegittimazione della carica di cui non posso non prendere atto e che non intendo comunque subire passivamente. E’ una questione di coerenza, di rivendicazione dei ruoli istituzionali, di rispetto della volontà popolare, di amor proprio e di onestà intellettuale. Per tali ragioni, che spero di essere stato in grado di esplicitare fino in fondo, mi vedo costretto, mio malgrado e con sommo dispiacere, a rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di presidente della commissione speciale e di studio per la modifica dello statuto comunale e del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale”.

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