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Oria, la suggestiva ipotesi dell’archeologo: «La Via Appia passava proprio da dietro il municipio?»


Archeologo: Christian Napolitano

Si riporta qui di seguito un’interessante intervento dell’archeologo Christian Napolitano, già pubblicato sul portale https://www.coopimpact.it/via-appia-antica-oria/:“Il ritorno della grande diagonale del Mediterraneo, un milione di passi da Roma a Brindisi che dopo decenni di oblio ritornano percorribili restituendo finalmente alla res publica un bene dimenticato. Un monumento, un mito, una linea che non finisce ma porta niente meno che alla Via della Seta. Un progetto di portata europea che tocca quattro regioni e coinvolge gli italiani da Roma Brindisi nella parte meno conosciuta e forse più autentica del Paese. Il sogno di un cieco, Appio Claudio, che dopo ventitré secoli ridiventa realtà, strada, cammino”.

Con queste parole lo scorso marzo il Mibact ha presentato il progetto Appia Regina Viarum, il più grande cammino nazionale laico tra Roma e Brindisi, scandito in 29 tappe e finanziato con 20 milioni di euro nell’ambito del Piano Cultura e Turismo. Un progetto straordinario, ispirato da Paolo Rumiz e fortemente voluto dal Ministro Dario Franceschini, che punta “sulla cultura per promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno.”

Ma cosa sappiamo della strada più famosa del mondo antico?

I lavori per la sua costruzione iniziarono a Roma nel 312 avanti Cristo e si conclusero nel II secolo avanti Cristo, quando la via completò il suo percorso raggiungendo Brindisi. Grazie alla Tabula Peutingeriana (un itinerario stradale del IV secolo) sappiamo che la via Appia, lasciando Taranto si dirigeva verso una stazione di sosta nota come Mesochorum (in territorio di Grottaglie), attraversava il territorio di Francavilla Fontana, passava da Oria e continuava verso Brundisium dopo aver superato la statio di Scamnum, comunemente identificata con l’area archeologica di Muro Tenente, fra Latiano Mesagne. Proprio all’interno del Parco dei Messapi di Muro Tenente, negli ultimi dieci anni in più punti è stata rinvenuta una strada realizzata secondo il tipico sistema costruttivo a strati, terminante con un pavimentum in pietrisco e ghiaia delimitato da crepidines, che sarà oggetto delle prossime campagne di scavo archeologico dirette dalla Soprintendenza A.B.A.P. di Lecce e dalla Vrije Universiteit Amsterdam in collaborazione con i due comuni proprietari del parco.

Alla luce dei rinvenimenti di Muro Tenente, grazie anche al confronto con ritrovamenti simili effettuati in provincia di Taranto e forte delle diverse esperienze di scavo archeologico condotte nel centro urbano, mi sono persuaso dell’idea che un tratto della la Via Appia Antica sia stato scoperto ad Oria da Grazia Angela Maruggi nel lontano 1992, in un’area estranea ai principali circuiti culturali della città: l’area archeologica di via Erodoto (oggi intitolata a Salvatore Pasculli).

I dati a sostegno di questa ipotesi sono diversi e verranno resi noti in un articolo scientifico in corso di preparazione, tuttavia ho ritenuto utile esporre un’anteprima di queste ricerche perché, se l’ipotesi dovesse essere confermata, si tratterebbe di una scoperta di grandissima importanza per la storia di Oria e per lo straordinario patrimonio archeologico del suo territorio.

Un patrimonio complesso che per essere opportunamente interpretato, raccontato e valorizzato, necessita di professionalità e creatività adeguate, anche in vista di una possibile iscrizione della Regina Viarum nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Christian Napolitano

Foto di copertina di Franco Arpa

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