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Omicidio Stasi, il padre di Paolo: “Sentii scoppi come di petardi, lui mi sembrò stesse per svenire”

Nel corso dell’udienza di ieri, in Corte d’Assise, a Brindisi, è stato ascoltato Giuseppe “Pino” Stasi, padre di Paolo. L’uomo, costituitosi parte civile a processo con l’avvocato Domenico Attanasi (che rappresenta anche la moglie Annunziata “Nunzia” e la figlia Vanessa), ha ripercorso le sue percezioni di quel 9 novembre 2022 – erano da pochissimo trascorse le 17 – quando il 19enne fu freddato con due colpi di pistola dal piccolo calibro proprio sotto casa sua in via Occhibianchi a Francavilla Fontana.

“Mi affaccio nelle scale e vedo Paolo che sta in piedi appoggiato al portoncino come se stesse per svenire, questa la prima impressione che ho avuto”, ha riferito papà Stasi rispondendo alle domande del presidente Maurizio Saso e del pubblico ministero Giuseppe De Nozza.

“La mia percezione del fatto – ha proseguito – è che qualcuno avesse buttato dei petardi nelle scale e quindi probabilmente per lo spavento Paolo si stesse sentendo male. Quando stavo scendendo le scale mi guardava come per dire ‘che è successo?’ e io gridavo ‘Paolo, che c’hai?’, la mia impressione è che stesse svenendo, come per un malore”.

Nel procedimento pendente a Brindisi è imputata anche la madre di Paolo per reati in materia di stupefacenti. Dalle indagini dei carabinieri emerse come anche lei e Paolo fossero coinvolti in un “giro” di droga che – a quanto pare – i due custodivano e talvolta consumavano. L’origine del delitto sarebbe proprio un debito da circa 5mila euro contratto da Paolo e Nunzia nei confronti del 18enne reo confesso Luigi Borracino. La stessa Nunzia, difesa dall’avvocato Francesco Monopoli, è imputata dinanzi alla Corte. Il pubblico ministero, a questo proposito, ha chiesto a suo marito Giuseppe: “Sua moglie ha mai fatto uso di stupefacenti davanti a lei?”. Risposta: “No”. Pm: “Perché lei mi pare sia contrario…”. Risposta di Giuseppe: “Sì…”.

Solo il 22enne Christian Candita, difeso dall’avvocato Maurizio Campanino – subentrato a Michele Fino – risponde a Brindisi per l’omicidio pluriaggravato di Paolo (oltre a reati in materia di droga), mentre gli altri imputati rispondo solo per stupefacenti. Borracino è imputato (in abbreviato) per l’omicidio dinanzi al Tribunale dei minori di Lecce in quanto minorenne all’epoca dei fatti. Avrebbe compiuto 18 anni qualche giorno dopo.

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