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Luoghi del cuore Fai, c’è anche la chiesa della Madonna dei Grani: votiamola in massa

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Tra i Luoghi del cuore del Fondo ambiente italiano c’è quest’anno anche la chiesetta rupestre della Madonna dei Grani, che sorge nell’omonima contrada a Francavilla Fontana. Si tratta di un posto potenzialmente splendido che ha però necessità di essere recuperato per poter davvero ritornare a splendere di luce propria. E, allora, ecco che il Nucleo Fare Verde della Città degli Imperiali ha inserito Madonna dei Grani sul portale del Fai: servono centinaia e centinaia di voti (gratuiti) per sperare di ottenere l’agognato finanziamento. Votare è semplicissimo e non costa nulla: è sufficiente collegarsi al sito, registrarsi ed esprimere la propria preferenza. Tutti insieme si può!

Qui di seguito una breve descrizione del monumento (tratta dal sito Fai):

chiesa-madonna-dei-grani-francavillaNella contrada di Grani, un tempo comunemente nota come Taidda, sorge una cappella dedicata alla Madonna, in seguito intitolata di Grani. Pur appartenendo alla gente del villaggio, la chiesetta, più volte rimaneggiata agli inizi del XIX secolo, divenne proprietà dei marchesi Forleo, oriundi di Spagna, i quali, secondo l’Archivio Storico di Napoli, sedevano al Gran Sedile di Corte.

Originariamente in pianta greca, la chiesetta presenta una facciata austera, con una iscrizione che recita: “Virginis hic titulo Grani, et Fontana tenetur/ Pulchra nova effigies quae memoranda fuit/ Hic cum Cappelletti ad perniciem omne ferebat/ Ficta hic fronte maris Francaque Villa fuit/ Attamen haec ingrata illam contenere fecit/ Divina inclitoque manu iam rennovata fuit (1809)”.

All’interno è possibile osservare un unico altare in pietra, quello centrale, graziosamente decorato. Al centro è dipinta una Vergine con Bambino, affresco, questo, purtroppo consunto dall’umidità e dall’incuria. Si è supposto che i signori Forleo, in seguito, dovettero ingrandire la chiesa, consentendo la creazione di un prolungamento con volta a botte unghiata, probabilmente dipinta d’azzurro, terminante con decorazioni floreali ed unita alla parte originaria da due colonne con capitelli scanalati e culminanti, anch’essi, con elementi floreali in rilievo. Accanto alla cappella esiste un diruto locale, probabilmente l’antica casa del prete che fungeva anche da custode della Chiesa, nella quale veniva celebrata la messa solo nei giorni di festa ed in occasioni particolari. Una tradizione vuole che dietro l’altare vi sia un tesoro, per cui, più e più volte, di notte, mani profane hanno rotto parte del muro dell’altare per trovare questo fantomatico tesoro. Vicino alla chiesetta, inoltre, vi è un pozzo naturale con acqua particolarmente gelata.

La devozione per la Madonna di Grani nasce sotto il regno di Carlo V. Nel 1529 i Cappelletti, mercenari al soldo dell’esercito francese, giunsero, durante le loro scorribande, alle porte di Francavilla per depredarla. Una volta accampatisi, però, nella contrada di Grani, per intercessione della Madonna la zona fu inondata da copiose acque sgorganti dal sottosuolo, ricco, come ricorda lo stesso Pacichelli, di sorgenti. Pertanto i Cappelletti furono costretti a ripiegare altrove, per l’esattezza a Mesagne, come ricorda lo storico Pietro Palumbo.

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